Referendum Campora: ricorso al Consiglio di Stato

Si aggiunge un altro tassello alla vicenda del passaggio di Campora San Giovanni al Comune di Serra d’Aiello.

Il turno di battuta è in mano al Comune di Amantea che, nella seduta del Consiglio di ieri, ha approvato all’unanimità la proposta di ricorrere al Consiglio di Stato. 

La decisione è maturata rispetto al pronunciamento del Tar dello scorso 22 settembre, che non ha accolto la richiesta di sospensiva del referendum.

Le motivazioni della scelta

Ad illustrare con dovizia di particolari gli aspetti tecno-giuridici alla base della scelta di ricorrere al secondo grado della giustizia amministrativa, è stato l’assessore Marco Gerolamo Osso, che ha anche spiegato come dallo stesso pronunciamento si rilevi l’assenza di un’attenta valutazione delle diverse e circostanziate motivazioni addotte nel ricorso del Comune di Amantea.

Nel corso della seduta, presieduta dalla presidente, Fiammetta Guido, sono intervenuti i consiglieri di maggioranza, Arturo Suriano, e della minoranza Luigi Socievole, prima delle conclusioni delineate dal sindaco.

Il sindaco – ha argomentato Pellegrino – similmente al Capo dello Stato che rappresenta l’unità nazionale, non può che rappresentare l’unità della città. È un dovere istituzionale sul quale non ci possono essere deroghe o tentennamenti. E la mia posizione è sempre stata chiara, a difesa dell’unicità del nostro territorio. Il primo cittadino, poi, deve tutelare, anche dal punto di vista della correttezza giuridica, le diverse posizioni in campo, sia di chi sostiene le ragioni del referendum e sia dei cittadini di Campora che invece queste ragioni non le sostengono. Ed è anche per questo che il ricorso al Consiglio di Stato è un atto dovuto più che una scelta, proprio per avere certezza sulla sostenibilità delle tesi poste alla base del processo referendario, a cominciare dai dati sul numero dei residenti del Comune di Amantea.

Appello al senso di responsabilità

Il primo cittadino ha affrontato anche l’aspetto dei profili democratici e di civile convivenza che devono governare un percorso così complesso come la potenziale perdita di una parte così importante della città.

Qualsiasi sia il risultato del referendum, se si dovesse celebrare – ha spiegato Pellegrino – questa amministrazione ne prenderà atto, fermo restando che si tratta di un referendum consultivo e che le decisioni ultime saranno del governo regionale. In capo al sindaco, anzi direi ai sindaci coinvolti, come abbiamo già avuto modo di condividere in queste settimane con il collega Antonio Cuglietta, primo cittadino di Serra d’Aiello, ci sono poi il dovere e la responsabilità di preservare, in questa vicenda, la massima serenità dei comportamenti di ognuno, di evitare qualsiasi eventuale degenerazione e di agevolare il pubblico dibattito e le eventuali operazioni di voto, che dovranno contenersi nell’alveo della civile convivenza, come sono certo sarà. Non saranno, tuttavia, tollerate manifestazioni che possano disturbare il realizzarsi del legittimo processo democratico e procurare ferite tra i cittadini di Campora, Amantea e Serra d’Aiello.

Continuo a pensare, tuttavia – ha poi aggiunto – che il destino che la storia ci assegna sia, in ogni caso, quello di guardare al nostro futuro insieme, tutti i 9 comuni del basso Tirreno cosentino, che nelle loro peculiarità, che costituiscono una ricchezza, hanno radici comuni e sono proiettati verso uno sviluppo integrato dalle enormi potenzialità. E su questa aggregazione che dobbiamo tutti lavorare, puntare, e non sulle divisioni. Di tutto questo intendo, come sostengo da anni, occuparmi nei prossimi mesi. Spero vivamente di non essere da solo.

mariacg

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