Referendum Campora: le ragioni del No

A quasi 10 giorni dal voto che deciderà le modifiche dei confini territoriali dei Comuni di Amantea e Serra d’Aiello, si intensifica la contrapposizione tra le voci favorevoli e contrarie.

Se da un lato l’associazione “Ritorno alle origini di Temesa” sostiene con forza e costanza le ragioni per la scissione di Campora e fin dall’inizio ha seguito e sostenuto le procedure per l’iter referendario, appare più frammentato il fronte del No.

Dopo il primo comizio organizzato dal comitato sostenitore del referendum nel giorno dell’Epifania, è arrivato il momento di sentire anche le voci contrarie. L’appuntamento è per oggi pomeriggio, alle ore 19.30, in attesa della decisione del Consiglio di Stato e di poter organizzare un vero e proprio dibattito pubblico che metta a diretto confronto le due posizioni.

Anime diverse concordi sull’unità di Amantea

L’opposizione alla scissione di Campora dal Comune di Amantea sembra mettere insieme gruppi e cittadini di appartenenze differenti e negli interventi degli ultimi mesi si sono manifestate più o meno chiaramente le varie posizioni.

Tra coloro che si sono dichiarati contrari c’è sicuramente l’amministrazione comunale di Amantea, che attraverso il sindaco Vincenzo Pellegrino si è mossa a livello istituzionale per salvaguardare l’unità territoriale di competenza.

In più occasioni è intervenuto anche il circolo cittadino del Partito Democratico, manifestando preoccupazione sui rischi legati all’esito positivo del referendum e sull’eventuale situazione economico-finanziaria del nuovo Comune di Temesa.

Nonostante il voto unanime del Consiglio comunale di Serra d’Aiello all’accorpamento della frazione di Campora San Giovanni, altro bacino di voti contrari è individuabile tra i cittadini serresi, chiamati al voto il prossimo 22 gennaio. Non tutti infatti sembrano essere favorevoli alle modifiche territoriali del proprio comune di appartenenza o comunque convinti e consapevoli delle future conseguenze.

mariacg

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