Hanno risposto all’appello lanciato dal primo cittadino di Amantea, Vincenzo Pellegrino, i sindaci dei Comuni del Comprensorio che si sono riuniti ieri nella cittadina nepetina.
Al centro dell’incontro, che si è tenuto a piazza Commercio, con la partecipazione della cittadinanza, due temi particolarmente caldi per le comunità tirreniche, ovvero la viabilità lungo la Statale 18 e la sanità territoriale.
L’iniziativa si inserisce in un processo di rete che stanno costruendo i rappresentanti istituzionali locali per fare fronte comune rispetto ad esigenze e bisogni condivisi.
Bloccare l’erosione della costa
I lavori in corso lungo la Strada Statale 18, che hanno causato i rallentamenti durante il fine settimana di Pasqua, hanno fatto riemergere le problematiche di viabilità e di traffico su una arteria fondamentale per la costa tirrenica.
Nell’incontro di ieri il dibattito tra i sindaci si è focalizzato su due direttrici principali. Da un lato la necessità di intervenire per arginare il fenomeno dell’erosione che soprattutto con le mareggiate invernali mette a rischio la tenuta della strada. Dall’altro l’opportunità di individuare vie alternative per deviare il traffico ordinario.
Sul tavolo è stata posta ad esempio la situazione del ponte sul Savuto che da diciotto anni rappresenta un’opera incompiuta, quasi un miraggio infrastrutturale.
L’interrogativo sullo stanziamento di risorse pubbliche per la prosecuzione dei lavori ha toccato anche la rotonda programmata da tempo all’incrocio del fiume Oliva.
Casa della Salute e guardie mediche
Il discorso legato alla sanità territoriale è proseguito sulla scia di quanto già messo in campo dai sindaci che rientrano nell’ATS Amantea 3 e che rivendicano in particolare la realizzazione della Casa della Salute già prevista nella programmazione regionale.
Non avendo ricevuto risposta dal presidente della Regione Calabria alla richiesta di apposito incontro, i sindaci hanno intenzione di organizzare un sit in davanti al poliambulatorio, coinvolgendo tutti gli interessati, le sigle sindacali, i rappresentanti istituzionali e le associazioni.
Accanto a questo c’è poi da considerare anche la riorganizzazione delle postazioni di continuità assistenziale trascurate e non sempre garantite, soprattutto nelle aree interne.